Appunti per un allestimento morbido
Parole di Franco Raggi
Penso che Felice Giani sia vissuto in un periodo dove i ruoli erano molto chiari, almeno a me pare che lo fossero. Da una parte una classe aristocratica e abbiente con una visione del proprio ruolo politico simbolico ed economico e della necessità pubblica della sua rappresentazione. Rappresentazione diffusa di uno stato e di una storia doviziosa di immagini ricche, sontuose ed adeguate alla affermazione dello status. L’architettura dei palazzi e la dilatazione decorativa dei loro interni facevano parte di un consolidato e riconosciuto gioco delle parti, gioco nel quale architetti, pittori e decoratori erano artefici della comunicazione visiva della qualità dei loro committenti. In questa società della rappresentazione abitata Felice Giani è un esempio alto di arte e di mestiere, di un modo colto e raffinato di costruire immagini forse anche retoriche e di soggetto aulico ma sempre aeree e leggere. Immagini nelle quali emergono una attenzione analitica e quasi impressionista verso il paesaggio e la commistione sapiente tra natura e figure. Almeno questa è stata la mia impressione nello scorrere l’elenco delle opere da allestire all’interno del cinquecentesco Palazzo Bentivoglio, anzi nei suoi sotterranei. I problemi però erano due. Da una parte l’allestimento permanente della Galleria ricavata nei sotterranei del palazzo con un progetto colto, raffinato e privo di eccessi del quale vorrei ringraziare il suo autore Antonio Iascone che ha trasformato il ruvido spazio delle cantine in un percorso luminosamente monocromo, tecnico e funzionale ma non privo di poesia. Il secondo, la natura decorativa e vibrante del lavoro di Giani che richiedeva una collocazione neutra ma non banale capace di valorizzare l’opera senza cancellare la qualità austera dello spazio. Ho affidato allora la trasformazione leggera degli spazi ad un gioco di sfondi: uno sfondo oro che trasforma la misura delle bianche parteti espositive esistenti e si e-stende anche sugli antichi abrasi muri in mattoni. Un secondo sfondo materico-cromatico per le opere giocato sulla qualità morbida e inattesa del feltro azzurro in grosso spessore, sollevato e sospeso rispetto agli sfondi dorati. Una parete morbida e inusuale per appendere dei quadri ma giusta per accentuare con materia e colore il nastro continuo del percorso. A segnare gli estremi delle fasce azzurre ho messo delle cuciture rosse a “zig-zag”, mio ricordo personale dei bordi di una poltrona in feltro di Rietveld della quale ho sempre amato gli spigoli.
In collaboration with Franco Raggi
Location: Bologna, Palazzo Bentivoglio
Opening dates: 02.12.2023 – 25.02.2024
Curatorship: Tommaso Pasquali
Photography: Carlo Favero